Bruno Bella (Vibeco): “I rifiuti sono l’energia del futuro”

By adminvibeco In News dal mondo No comments

“Ma è importante che il tutto non si fermi agli slogan. Quella per l’economia circolare, basata sul recupero di materiali di scarto, non è una battaglia ideologica: è una battaglia concreta”

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Come emerge dall’annuale “Rapporto Energetico da rifiuti in Italia”, già oggi in Italia l’energia proveniente da rifiuti organici, appositamente trattati, raggiunge 2,8 milioni di famiglie per un totale di 7,6 milioni di MWh prodotti. Sono numeri importanti ma che in futuro dovranno aumentare ancora per raggiungere l’obiettivo di un’economia pienamente circolare e sostenibile, condizione necessaria per affrontare da protagonisti le sfide del XXI secolo.

“Quando si pensa ai rifiuti non bisogna pensare a qualcosa di inutile o di superfluo o peggio ancora di negativo. I rifiuti sono semplicemente il petrolio del futuro: tra pochi anni chi ne possiederà di più vedrà la propria influenza geopolitica aumentare a dismisura, esattamente come accaduto negli anni ’60 e ’70 per i Paesi produttori di petrolio”.

A parlare è Bruno Bella, fondatore di Vibeco, un’azienda lombarda con un fatturato di 50 milioni l’anno, attiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti.

“Quella che per molti, inclusi certi politici, si chiama ancora semplice immondizia, è invece una fonte di energia a basso costo che potrebbe emancipare l’economia di un Paese come il nostro dalla dipendenza verso le superpotenze mondiali produttrici di gas o idrocarburi” afferma Bella.

I rifiuti possono davvero costituire una fonte di energia affidabile?

Già oggi il combustibile da rifiuto è più performante del carbone. E in futuro, con l’ulteriore affinarsi della tecnologia, sarà ancora meglio. Concetti, questi, che nella maggior parte dei Paesi europei sono molto chiari da tempo e che da noi faticano a farsi largo.

Come mai nel nostro Paese davanti a parole come “termovalorizzatori” si incontrano ancora diffidenze?

La colpa non è ovviamente delle persone ma di una classe politica che negli anni, sul tema dei rifiuti, ha operato una strumentalizzazione selvaggia. Prima i termovalorizzatori sono stati descritti come il male assoluto, poi sono stati combattuti con l’unico intento di raggranellare qualche voto. La verità è che un termovalorizzatore oggi è un asset fondamentale per affrontare e vincere le sfide energetiche.

E per quanto riguarda l’impatto ambientale?

Non solo un termovalorizzatore moderno non ha alcun impatto negativo sul paesaggio, ne’ in termini estetici ne’ olfattivi, ma può addirittura diventare un’occasione di ripristino ambientale. Un termovalorizzatore, o una cosiddetta “discarica” possono diventare parchi naturali. A Copenaghen, in Danimarca, un termovalorizzatore è diventato una pista di sci. E sa qual è la cosa davvero incredibile?

Quale?

Che dal punto di vista ingegneristico, siamo noi Italiani ad essere leader europei, siamo noi che spieghiamo a loro come devono essere costruiti gli impianti. Siamo quindi davanti a un paradosso totale: invece di trattare i nostri rifiuti, costruendo i nostri impianti con i nostri ingegneri e riqualificando il nostro territorio, per produrre la nostra energia, paghiamo altri Paesi per prendersi i nostri rifiuti e prodursi la loro energia!

Mi sembra chiaro che serva una svolta radicale, sia a livello di politica ambientale ed energetica che a livello di mentalità.

Esperienze come i “Friday for Future” e in generale il diffondersi nella società di tematiche ambientaliste, rappresentata dalla figura di Greta Thunberg, secondo lei possono aiutare?

Lo spero. Ma è importante che il tutto non si fermi agli slogan. Quella per l’economia circolare, basata sul recupero di materiali di scarto, non è una battaglia ideologica: è una battaglia concreta, forse la più concreta di tutte, e ha come obiettivo finale l’indipendenza energetica” ultima Bruno Bella.