Cosa avviene all’interno di un digestore

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La digestione anaerobica è un processo biologico complesso nel quale, in assenza di ossigeno, la sostanza organica contenuta nelle biomasse (come i rifiuti organici della raccolta differenziata, Forsu) viene trasformata in biogas, un gas biologico formato prevalentemente da biometano e da anidride carbonica.

Il digestore, o fermentatore, è un grande silo nel quale i rifiuti organici vengono introdotti dopo essere stati spappolati con l’aggiunta di acqua, formando la cosiddetta “sospensione organica”.

Affinché la biomassa si trasformi in biogas, è necessaria l’azione di diversi tipi di microrganismi. Per semplicità un primo gruppo di batteri dà il via al processo di degradazione, trasformando la sostanza organica in composti intermedi. Poi un secondo gruppo di batteri, microrganismi “metanigeni acetoclastici” e “metanigeni consumatori di idrogeno”, porta a termine il lavoro di trasformazione delle proteine, carboidrati e grassi contenuti nei rifiuti organici, producendo biogas.

All’interno del digestore il volume della sospensione organica viene mantenuto costante e il biogas che si produce viene captato per essere destinato a produrre energia elettrica e termica tramite motori di cogenerazione dedicati.

Dal digestore esce poi il cosiddetto digestato, che viene avviato in apposite centrifughe che permettono di separare l’acqua, che passa poi alla depurazione, dal residuo solido, che viene invece sottoposto ad un processo di trattamento aerobico tramite insufflazione di aria in tunnel dedicato, allo scopo di consentirne l’ossidazione e la stabilizzazione. Alla fine diventa un ottimo fertilizzante organico per l’agricoltura.

Eco di Bergamo